Powered By Blogger

martedì 26 maggio 2015

SECONDO DOPOGUERRA: L'ITALIA REPUBBLICANA

 
Il secondo dopoguerra in Italia: la rinascita
 

Alla fine della seconda guerra mondiale, l´Italia presentava un quadro sociale, politico ed economico molto complesso. Il  I Governo di Alcide De Gasperi fu l'ultimo governo del Regno d'Italia (nominato da Umberto II di Savoia allora Luogotenente del Re) e presentò le proprie dimissioni dopo il Referendum istituzionale del 1946 e contestualmente all'insediamento del Capo provvisorio dello Stato eletto dall'Assemblea Costituente. Restò in carica fino a quando il 14 luglio 1946. Il Capo provvisorio De Nicola nominò il II Governo De Gasperi. Tra l'esilio del Re, e l'insediamento di De Nicola, De Gasperi ebbe anche funzioni di Capo provvisorio dello Stato (13 giugno - 1º luglio).
Fu in carica dal 10 dicembre 1945 al 14 luglio 1946, per un totale di 216 giorni, ovvero 7 mesi e 4 giorni.
Uno dei nodi da sciogliere, senza il quale sarebbe stato impossibile avviare una vera ricostruzione, era stabilire quale tipo di regime politico avrebbe dovuto avere l´Italia dopo la guerra. Il V Governo De Gasperi segna la fine dell’unità resistenziale e l’avvio di una fase nuova nella vita politica italiana, quella del centrismo. De Gasperi decise di sottoporre a referendum popolare la scelta tra monarchia e repubblica e di affidare ad un´Assemblea Costituente elettiva il compito di elaborare una nuova Costituzione; le votazioni si tennero a suffragio universale maschile e femminile il 2 giugno 1946 e videro l´affermazione della Repubblica per due milioni di voti. Il re Umberto II, detto re di maggio perché regnò solo quel mese, fu così costretto a lasciare l´Italia e si recò in Portogallo. All´assemblea costituente si affermarono i grandi partiti di massa come la DC, con il 35,2% ; il PSI con il 20,7% e il PCI con il 18,9%. Fu così che il 28 giugno l´Assemblea Costituente elesse Enrico De Nicola come capo provvisorio dello Stato: era nata la Repubblica italiana.
 
Il momento peggiore del dopoguerra fu l´autunno-inverno 1946-47. Si rafforzarono infatti i legami tra DC e USA e tra PCI e Unione Sovietica; all´aumentare della tensione tra le due superpotenze, aumentavano i contrasti tra i due partiti politici italiani. Per fortuna però, questo non impedì che i lavori dell´Assemblea Costituente procedessero velocemente e fu così che dopo un lavoro di diciotto mesi, si giunse, il 1 gennaio del 1948, all´entrata in vigore della nuova Costituzione.
 
Con l´entrata in vigore della Costituzione i partiti furono chiamati a mobilitarsi per le elezioni che si tennero il 18 aprile del 1948 e che elessero il primo Parlamento della Repubblica. La campagna elettorale fu molto accesa e vide fronteggiarsi soprattutto i due grandi partiti di massa: la Democrazia Cristiana guidata da Alcide De Gasperi e il Partito Comunista Italiano di Palmiro Togliatti. I risultati delle elezioni furono favorevoli alla DC che vinse ottenendo il 48% e la maggioranza assoluta, mentre i social comunisti non andarono oltre al 31%. Determinante per la vittoria della DC fu la paura del comunismo, che spinse l´elettorato di destra a votare in massa DC. Pur avendo la maggioranza De Gasperi formò un governo di più ampio respiro chiamando al governo anche alcuni partiti di centro. Nel frattempo fu eletto Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
L´area di sinistra però non si arrese e pur sconfitta alle elezioni si impegnò maggiormente nelle lotte sociali di operai e contadini. Nel frattempo un grave fatto di cronaca turbò il già delicato ordine sociale: il 14 luglio 1948, un fanatico di destra, sparò a Togliatti. Alla notizia l´intero paese si fermò e si temette un insurrezione generale che fu scongiurata grazia alla determinante azione di responsabilità dei dirigenti del PCI.
Il clima però continuava ad essere molto teso perché le agitazioni seguite all´attentato di Togliatti accentuarono l´anticomunismo e rafforzarono il governo che forte di un forte consenso e del rafforzarsi della guerra fredda fece in modo che nel 1949 l´Italia aderisse al Patto Atlantico e alla Nato.

Risolto il problema del posizionamento internazionale De Gasperi si dedicò a risolvere i problemi interni. Per risollevare l´economia favorì una politica economica liberista e consentì agli imprenditori di imporre agli operai dure condizioni di lavoro e bassi salari (favoriti dalla mancanza di lavoro e dall´enorme mano d´opera). Per il Sud venne avviata una riforma agraria e venne istituita la Cassa per gli intervento straordinari del Mezzogiorno. Se la seconda sortì qualche effetto, la portata della prima fu molto limitata in quanto i contadini, che pure avevano ricevuto una terra, erano privi di tutti gli altri mezzi necessari per condurre le loro attività. Per i contadini meridionali, ancora una volta, non restava che la dolorosa scelta dell´emigrazione che si indirizzò là dove le industrie si stavano concentrando: ovvero nel "triangolo industriale" Milano-Torino-Geova. Nelle fabbriche le condizioni di lavoro erano dure e i pregiudizi contro i meridionali erano forti e crudeli, ma la prospettiva di un lavoro facevano accettare i sacrifici.
 
Pur tra tutte queste difficoltà tra il 1958 e il 1963 in Italia si verificò il miracolo economico. La produzione industriale, che puntò decisamente sugli elettrodomestici la petrolchimica e la metalmeccanica, raddoppiò e le esportazioni crebbero del 14,5% all´anno. Finalmente c´erano beni di consumo abbondanti e disponibili per molti. Il tenore di vita degli Italiani migliorò.

La vecchia Italia, contadina, immobile, cedette il passo ad un´Italia industrializzata più moderna e più vicina ai grandi Stati d´Europa.

Nessun commento:

Posta un commento

Poiché ho creato questo BLOG per i miei alunni, quindi per fini strettamente didattici, invito i visitatori a non postare commenti, non ne autorizzerei la pubblicazione. GRAZIE!
Prof.ssa Angelica Piscitello