“La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del Ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale“.
Legge 30 marzo 2004 n. 42
Legge 30 marzo 2004 n. 42
Con
l'espressione massacri delle foibe, o spesso solo foibe, si
intendono gli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e
della Dalmazia, occorsi durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato
dopoguerra. Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici dove furono gettati
molti dei corpi delle vittime, che nella Venezia Giulia sono chiamati, appunto,
"foibe".
Per estensione
i termini "foibe" e il neologismo "infoibare" sono
diventati sinonimi di uccisioni che in realtà furono in massima parte
perpetrate in modo diverso: la maggioranza delle vittime morì nei campi di
prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi.
Il fenomeno
dei massacri delle foibe è da inquadrare storicamente nell'ambito della
secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre
dell'Adriatico orientale, nelle lotte intestine fra i diversi popoli che
vivevano in quell'area e nelle grandi ondate epurative jugoslave del
dopoguerra, che colpirono centinaia di migliaia di persone in un paese nel
quale, con il crollo della dittatura fascista, andava imponendosi quella di
stampo filosovietico, con mire sui territori di diversi paesi confinanti.
(Da Wikipedia)
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Prof.ssa Angelica Piscitello