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martedì 13 gennaio 2015

LE AVANGUARDIE DEL PRIMO NOVECENTO

 
 
La letteratura italiana della prima parte del Novecento è caratterizzata da un senso di irrequietezza che, se da una parte esprime l'insoddisfazione verso i modi espressivi tradizionali, dall'altra è anche una chiara spia del disagio degli intellettuali di fronte a scelte sociali e politiche sempre meno gratificanti.
Parallelamente agli intellettuali che esprimono la loro delusione storica riconoscendosi nei gruppi delle avanguardie, nei movimenti di scuola o nelle riviste, ci sono intellettuali che vivono quella stessa esperienza isolatamente, ai margini della grande cultura e in questo isolamento perseguono la loro ricerca ideologica ed espressiva.
Le avanguardie storiche (i vari “ismi” che emergono in Europa, dal primo decennio del Novecento fino agli anni Venti), si differenziano quindi dai movimenti tardo ottocenteschi (i simbolisti, per esempio) che si limitavano a essere momentanee aggregazioni di artisti con gusti e intenti affini, mentre le avanguardie propriamente dette elaborano poetiche, “manifesti” che pongono gli aderenti in posizione di rottura, anticipano tendenze che poi diventano comuni, spaziano anche in aree quali la filosofia, la politica, la stampa, il teatro. Gli artisti “militanti” sono impegnati a realizzare e affermare la loro poetica. I programmi e le battaglie culturali diventano perciò fenomeni da analizzare nei loro contesti, nelle loro matrici, nelle interrelazioni e nell’incidenza che hanno sulla società.
ATTIVITA' 
1) Definisci il concetto di "avanguardia"
2) Quali furono le "avanguardie artistiche" del primo Novecento? 

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Prof.ssa Angelica Piscitello