Powered By Blogger

domenica 27 ottobre 2013

IL BAROCCO IN SICILIA

Antony Blunt nel suo libro "Barocco Siciliano" (1968) divide l'architettura barocca siciliana in tre grandi fasi:

Prima fase:  caratterizzata dalla presenza di edifici in stile paesano, contrassegnato da grande libertà e fantasia, particolarmente nel modo di trattare il dettaglio architettonico e le decorazioni plastiche, ma francamente provinciale e spesso ingenuo.

Seconda Fase: caratterizzata da uno stile più elaborato, introdotto da architetti siciliani formatisi sul continente particolarmente a Roma e a Napoli.

Terza fase: caratterizzata da una evoluzione dello stile romano verso una visione che più si adatta alle tradizioni e alla cultura locali. A proposito della terza fase Blunt scrive:

“Nella terza fase gli architetti locali, superando lo stadio della discendenza ideale da Roma, enucleano uno stile nuovo e in alto grado personale. Nella facciata del Duomo di Siracusa, opera di Andrea Palma, nelle chiese di Rosario Gagliardi a Noto, Ragusa e Modica, nelle ville di Tommaso Napoli a Bagheria, come in molti edifici dei centri minori, gli architetti siciliani, pur mettendo a frutto gli insegnamenti ricevuti da Roma e da Napoli, adattano questi modelli alle esigenze e alle tradizioni locali costruendo un gruppo di monumenti che possono catalogarsi fra le più alte creazioni del tardo Barocco.”
                               Casa Professa, gioiello del barocco palermitano
 

 
                                                             
ATTIVITA'
Rispondi alle domande (max 5 righi per risposta)
1) Nel Settecento il Barocco si diffonde in tutta la Sicilia, quali sono gli elementi più caratteristici?
2) Prova ad osservare la Chiesa più bella del tuo paese, descrivila brevemente e indica l'anno di costruzione. Trovi che siano presenti elementi riconducibili al Barocco? Se sì, quali?

Nessun commento:

Posta un commento

Poiché ho creato questo BLOG per i miei alunni, quindi per fini strettamente didattici, invito i visitatori a non postare commenti, non ne autorizzerei la pubblicazione. GRAZIE!
Prof.ssa Angelica Piscitello