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venerdì 7 febbraio 2014

L'ETA' NAPOLEONICA


L’ETÀ NAPOLEONICA, sotto il profilo artistico-letterario assume il nome di NEOCLASSICISMO.

Nella storia della cultura il termine “classico” fa riferimento al patrimonio culturale pagano, greco-romano; per Classicismo intendiamo un movimento di  studio,  di ammirazione ed imitazione delle opere antiche considerate modello insuperabile di perfezione stilistica e formale, ma anche patrimonio di integrità morale, di onestà e rettitudine. Ciò che è definito “bello” per i Neoclassici deve essere anche “buono”, deve cioè trasmettere ideali elevati, valori etici e non soltanto estetici.
 

Il Neoclassicismo consiste nel ritorno al culto e all’imitazione dell’arte classica (Grecia antica, età repubblicana di Roma, età augustea) ed interessò tutte le manifestazione dello spirito dell’epoca: la letteratura, le arti figurative , la vita politica, la moda il costume.
 La genesi storica e culturale del Neoclassicismo di fine '700 va ricercata in Età illuministica, allorché si manifestò il graduale e netto rifiuto per le forme eccessive dell’arte barocca e del Rococò a favore di un’arte essenziale, razionale, sobria che esprimesse ideali di compostezza, di semplicità  e di decoro.  Il  Classicismo costituì la formazione culturale di  base di Ugo Foscolo, di A. Manzoni, di G. Leopardi : esso fu la ragione più vera della misura e della compostezza della loro lirica. Inoltre si deve proprio alla tradizione classica, sempre vive e tenace in Italia, se il Romanticismo italiano apparirà tanto più misurato rispetto alle effusioni sentimentali e passionali del Romanticismo europeo.
Favorirono lo sviluppo del Neoclassicismo:
·         Le scoperte archeologiche di Ercolano e di Pompei
·         I contributi teorici di alcuni grandi studiosi del passato, tra i quali l’archeologo tedesco J.Winckelmann (1717-1768). Questi nella sua celebre Storia dell’arte dell’antichità (1764) aveva indicato nell’arte greca il punto più alto, di massima perfezione, mai raggiunto dall’uomo nel campo dell’espressione figurativa: il bello è visto come il risultato di un processo di graduale epurazione e selezione della natura e degli elementi fisici ; ciò a cui l’artista deve tendere è una bellezza ideale che si compone di elementi naturali, ma che allo stesso tempo li trascende per assumere una dimensione che va al di là della realtà fisica e della  temporalità storica. La bellezza ideale per il W. è una bellezza non esistente in natura, intesa come suprema armonia di forme, tanto più pure, quanto meno risentono del mondo sensibile e passionale. L’esempio mirabile della bellezza ideale per il W. Sono le sculture  classiche di Fidia (490 a. C.), sculture che rispecchiano lo spirito puro e apollineo della cultura greca.
 
Statua di Apollo Belvedere
In ambito artistico, Roma e Parigi rappresentarono le due capitali dell’Europa neoclassica, mentre i massimi rappresentati del Neoclassicismo furono lo scultore A. Canova  (1757-1822, Amore e psiche, Le tre grazie, Paolina Bonaparte Borghese) e Jacques-Louis David (1748-1825).


Ø  L’altro aspetto della letteratura italiana dell’età napoleonica è rappresentato da un atteggiamento preromantico. Vi sono infatti poeti e scrittori, come Ugo Foscolo e Ippolito Pindemonte che,  sotto l’incalzare degli avvenimenti storici (il fallimento degli ideali libertari  Rivoluzione francese, il dispotismo della  dominazione napoleonica e il comportamento vessatorio e piratesco delle truppe francesi), avevano intuito il fallimento degli ideali illuministici, il declino inesorabile dell’ottimismo illuministico, riconoscendo i segni precorritori della futura età romantica:
§  l’istanza di anteporre le esigenze dello spirito e del sentimento a quelle della ragione esaltata dagli Illuministi;
§  la necessità di anteporre il valore dell’individuo come soggetto unico e irripetibile rispetto all’egualitarismo illuministico;
§  la necessità di esaltare il valore della religione contrapposta all’ateismo e al materialismo illuministico;
§  l’atteggiamento storicistico volto a rivalutare la storia passata, vista non più come epoca di barbarie, come condizione di oppressione e di dolore subentrata ad uno stato primitivo di felicità naturale, ma come momento indispensabile per comprendere  le ragioni del presente;
§  il senso drammatico della vita, intesa come perenne conflitto tra l’ideale e  il reale, come contrasto tra le aspirazioni dell’anima alla felicità assoluta e la realtà angusta,  banale e limitata in cui l’uomo si dibatte quotidianamente; ciò è contrapposto al facile e illusorio ottimismo illuministico.
§  il valore della Patria e della Nazione intesa come comunanza di lingua, religione, tradizioni, storia, usi e costumi,  contrapposto al concetto illuministico di Cosmopolitismo.
In effetti la dominazione napoleonica e gli eccessi  compiuti dalle sue “armate liberatrici” aveva avuto l’effetto di risvegliare la coscienza nazionale dei popoli sottomessi e di farli insorgere per combattere ed ottenere la liberta e l’indipendenza: non senza ragione la battaglia di Lipsia (1813) fu chiamata la “battaglia delle nazioni”; anche in Italia la dominazione napoleonica, dopo i primi illusori entusiasmi, ebbe per effetto  il risveglio della coscienza nazionale e diede l’avvio al Risorgimento: molti in Italia furono  i liberali delusi per i saccheggi e le violenze, per le condizioni di vassallaggio delle repubbliche giacobine prima, e dei regni e viceregni napoleonici poi (Regno italico, 1805; Regno d’Italia, 1807).
 
La cultura italiana dell’età napoleonica, come osserva il critico letterario Natalino Sapegno, “presenta, tutte le caratteristiche di un’età di transizione, incerta e sbandata tra il vecchio e il nuovo”. Volendo tracciare un quadro sintetico della cultura italiana dell’età napoleonica, dobbiamo distinguere:

1.   La critica dell’astratto dottrinarismo illuministico (ottimismo illuministico);
2 .  Il neoclassicismo letterario, già pervaso da motivi  e da  istanze preromantiche;
3 . Il riproporsi della questione della lingua, al fine di combattere il liberismo linguistico del 700 e dare alla nostra lingua un’impronta di maggiore italianità

 
In questo periodo tutte le capitali europee si abbellirono di monumenti che richiamavano la civiltà classica; fioriscono quindi notevolmente: l'architettura e la scultura. Fra gli architetti ricordiamo in Italia il Niccolini. Nella scultura, sono importantissime le celebri opere di Antonio Canova; a cominciare dal complesso marmoreo delle Grazie.
 
Nella letteratura, invece, da ricordare poeti e scrittori italiani come: Foscolo, Monti, Giordani e Pindemonte; ma possiamo al contempo dire che tanti romantici, in Italia e nel resto d'Europa attraversarono una fase di formazione giovanile riconducibile al Neoclassicismo: Manzoni, Keats, Shelley, ecc. 
Per questo, credo che sia importante: abituarsi a non dover a tutti costi classificare e inquadrare un autore in una certa corrente; perché spesso ci troviamo davanti alla complessità sia dell'uomo che dell'artista e, collocarlo solo a dei canoni precisi,  appare piuttosto limitativo.
 
                     NEOCLASSICISMO E FOSCOLO
ATTIVITA'
Rispondi alle domande:
Perché la statua di Apollo Belvedere rappresenta il più alto ideale artistico fra tutte le opere dell'antichità sfuggite alla distruzione? Dove si trova questa statua?

 

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Prof.ssa Angelica Piscitello