Il 10 febbraio si ricordano le vittime delle Foibe e l'esodo giuliano-dalmata.
Oggi ricorrono dieci anni dalla legge che istituì, nel marzo 2004, il Giorno del Ricordo. Un silenzio definito da Claudio Magris "oltraggioso", una pagina considerata tra le più drammatiche della storia italiana.
Per 60 anni è stata inghiottita nel silenzio, annullata, cancellata. Proprio come migliaia e migliaia di persone: inghiottite, cancellate, annientate in quelle foibe della Venezia Giulia e della Dalmazia diventate il simbolo di un eccidio. È proprio lì, in quelle voragini carsiche tipiche dell'Istria, che fra il 1943 e il 1947 furono gettati dalla furia dei partigiani comunisti jugoslavi di Tito, vivi e morti, migliaia di italiani. A essere inghiottita è stata una tra le pagine più dolorose della storia nazionale. Morti, migliaia di morti. Ed esuli. Centinaia di migliaia di persone costrette all’esodo dalle proprie terre della Venezia Giulia e della Dalmazia. Costrette a fuggire in altre città italiane o all’estero: chi in America, chi in Australia. Un esodo durato oltre 10 anni.
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Prof.ssa Angelica Piscitello