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martedì 2 dicembre 2014

IL DECADENTISMO IN ITALIA


 
Il Decadentismo è una corrente artistico-letteraria che si afferma in Europa tra gli ultimi due decenni dell'Ottocento e i primi due del Novecento, precisamente nasce  in Francia intorno al 1880, fra i collaboratori della rivista  Le Décadent” e si diffonde ben presto in tutta Europa. Sul piano storico-politico coincide con un'epoca caratterizzata da gravi tensioni e forti squilibri internazionali che avranno come tragico sbocco la prima guerra mondiale. Il forte sviluppo industriale, se da un lato accentua lo scontro tra capitalisti e proletari, sempre più coscienti del loro peso sociale e dei loro diritti, dall'altro impone l'esigenza di cercare nuovi mercati. 
Questa esigenza trova una risposta nell'espansione coloniale da parte delle grandi potenze europee in altri continenti che scatena pericolosi imperialismi. Proprio in questo periodo nasce il mito razzista della superiorità e della missione civilizzatrice della razza bianca e della sua cultura. Tutti questi fattori mettono in grave crisi i grandi ideali dell'Ottocento di uguaglianza, di libertà individuale e nazionale, di affermazione dei diritti naturali dell'uomo. Nascono nuovi miti: il diritto alla violenza, il successo personale, economico e sociale, la superiorità della razza bianca. Questa crisi generale influenza profondamente anche la vita culturale. Gli intellettuali si sentono estranei alla loro epoca dominata da interessi di carattere economico e materialista, ne avvertono la «decadenza» e prospettano nuovi atteggiamenti spirituali. Nasce così un nuovo modo di concepire l'arte e la letteratura che prende appunto  il nome di Decadentismo. I caratteri fondamentali del Decadentismo sono: 
  •  mancanza di fiducia nella ragione e nella scienza: solo l'intuizione e la pura sensibilità possono aiutarci a penetrare nei misteri profondi della vita;
  • isolamento rispetto alla società circostante: si perde la fiducia nella possibilità della letteratura di incidere nelle grandi trasformazioni sociali e politiche della nuova epoca;
  • esaltazione della propria individualità, del proprio  “io”;
  • senso di crisi, di morte, di angoscia e di solitudine.
L'esigenza di esprimere queste nuove concezioni determina un profondo cambiamento nelle forme letterarie, specialmente in quelle della poesia. La poesia è per i decadenti la sola possibile intuizione della realtà e il poeta è considerato come "vate", cioè come colui che fra tutti gli uomini è in grado di cogliere il significato nascosto della realtà. Di qui le parole poetiche non hanno peso, diventano musica e i versi, svincolati da ogni regola metrica, diventano rapidi, carichi di significato e di simbologie. In Italia gli autori più rappresentativi del Decadentismo sono i poeti Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio. Tuttavia i temi decadenti sono riconoscibili nelle opere di due altre grandi personalità letterarie, gli scrittori Italo Svevo e Luigi Pirandello.

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Prof.ssa Angelica Piscitello